Le vittime denunciano | Nuovo colpo al racket - Live Sicilia

Le vittime denunciano | Nuovo colpo al racket

Parla il pentito Pasta. I nomi dei fermati
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I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno fermato quattro presunti esponenti del clan mafioso di Resuttana. Sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Il provvedimento di fermo, emesso dalla Dda di Palermo, si è reso necessario per interrompere l’attività estorsiva degli indagati e la loro possibile fuga. Tra gli aspetti importanti del blitz, la collaborazione di numerose vittime del racket che, rompendo il tradizionale muro di omertà, hanno ammesso di avere subito le richieste di denaro, fornendo anche nuovi spunti agli inquirenti. L’inchiesta, condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri, è la prosecuzione di una più ampia attività di indagine che, negli ultimi mesi, ha portato all’arresto di 33 tra boss e gregari del mandamento mafioso di Resuttana e al ritrovamento dell’arsenale dei capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Un importante contributo all’indagine è stato dato dal neocollaboratore di giustizia Manuel Pasta che ha aiutato i carabinieri a ricostruire la mappa delle estorsioni nel mandamento. L’inchiesta è stata coordinata dai pm della Dda Lia Sava, Marcello Viola, Francesco Del Bene, Anna Maria Picozzi e Gaetano Paci.

In cella sono finiti Marcello Campagna, 43 anni, dipendente di una società di vigilanza; Massimo Di Fiore, 36 anni; Pietro Pipitone, 30 anni; e Diego Ciulla, 49 anni, commerciante che, secondo gli inquirenti, riscuoteva il pizzo per conto del clan. Campagna svolge per la società dove lavora anche servizio di portineria nell’ospedale “Casa del Sole”; Di Fiore e Pipitone sono disoccupati; Diego Ciulla è titolare dei negozi di abbigliamento e accessori “Hessian”.

“Questo è un momento in cui i commercianti devono rendersi conto che possono voltare le spalle alla mafia e camminare verso lo Stato e la legalità. Mi rivolgo a loro per invitarli a denunciare, senza paura il racket delle estorsioni perché lo Stato c’é, li tutela e reagisce in tempo reale”. A rivolgere l’appello a collaborare a commercianti e imprenditori, potenziali vittime del pizzo, è il colonnello dei carabinieri Paolo Piccinelli, comandante del reparto operativo dei carabineri di Palermo. Illustrando i particolari dell’operazione dell’Arma che ha portato al fermo di quattro presunti estortori, l’ufficiale ha evidenziato la reazione di 12 vittime del racket che hanno confermato, circostanza insolita a Palermo, le pressioni mafiose, fornendo anche spunti utili alle indagini.


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