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Tutti insieme a Costa | Pronta la grande coalizione

SCOMA (PDL): "MA IL CANDIDATO SIA PIU' CHIARO"
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Manca un passo, solo un passo, alla “grande coalizione”. Alla costruzione della “grande casa dei moderati”, proprio a Palermo, sotto il segno del candidato sindaco Massimo Costa. E’ questo il dato politico che viene fuori da un vertice lungo ed estenuante al quale erano presenti, oltre all’ex presidente del Coni Sicilia, rappresentanti di tutti i partiti che, fin dall’inizio, hanno sponsorizzato la sua candidatura. Leader politici che arrivano alla spicciolata al comitato elettorale di Costa, in piazza Sturzo.

Tra i primi a giungere Gianpiero D’Alia e i due logotenenti di Micciché, Giacomo Terranova e Pippo Fallica. Quindi è la volta di Massimo Russo, che rappresenta le ragioni di una lista autonoma tra gli autonomisti e del coordinatore regionale di Fli Carmelo Briguglio. Poi, ecco Raffaele Lombardo, l’unico a rilasciare una dichiarazione che, inzialmente, sa di chiusura: “Non credo che Costa abbia aperto al Pdl. A una domanda di un cronista – dice il governatore – Costa ha dato la stessa risposta che avrebbe dato nel caso in cui gli fosse stato chiesto, che so, del Pd o del Pid. La nostra posizione – aggiunge – del resto è nota. Escludiamo che ci si possa trovare nella stessa coalizione con un partito, il Pdl, che potrebbe nuocere a un candidato simbolo di discontinuità”.

Dopo quasi due ore e mezzo di trattative estenuanti, al di là di una porta bianca dalla quale filtravano di tanto in tanto, qualche urlo e i toni classici di una discussione concitata, quel “veto” la Pdl, però, non ha trovato posto in un documento apparentemente simile a un rebus. Ma in realtà assai chiaro sia nei contenuti che nelle motivazioni.

“La coalizione che sostiene Massimo Costa, formata da Fli, Grande Sud, Mpa, Udc, liste e movimenti civici – si legge infatti nella nota – ha convenuto di organizzare il 25 marzo a Palermo la presentazione ufficiale del candidato e del programma. La coalizione auspica – continua il documento – che anche Alleanza per l’Italia possa condividere il programma di Costa e delle forze che lo sostengono. L’eccezionale gravità della situazione economica e sociale della città impegna la coalizione a fare un appello a tutte le forze sociali, economiche, imprenditoriali, culturali e ai movimenti politici e del territorio, a tutti gli elettori palermitani a ritrovarsi su una candidatura e un progetto di innovazione e cambiamento che Massimo Costa certamente rappresenta”.

E il passaggio politicamente decisivo è quello in cui si fa riferimento all’auspicio, da parte della coalizione, che anche tutti “i movimenti politici” possano confluire sulla candidatura di Costa. La grande coalizione, appunto. Una sorta di “modellino Monti”, che escluderebbe soltanto (seppur nel documento non sia presente nemmeno questa ovvia chiusura) le forze del centrosinistra. Alla fine dell’incontro, le espressioni dei partecipanti erano assai variegate. Espressioni, appunto. Perché nessuno di loro ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali ai giornalisti, che avevano atteso per quasi tre ore l’esito dell’incontro. Tutti i leader, infatti, si sono trincerati dietro le parole del comunicato.

Tra Lombardo e Costa, però, il saluto di commiato è apparso molto teso. Forse il frutto della stanchezza, dopo un vertice che immaginiamo acceso. Più sereni i rappresentanti di Grande Sud, mentre addirittura di buon umore è parso il leader siciliano dell’Udc che ha anche scherzato con i cronisti che gli chiedevano notizie sulla possibile adesione del Pdl, a fronte di quel documento. “Pdl? – ha scherzato D’Alia – non significa proposta di legge?”.

Il più, insomma, è fatto. I veti, soprattutto di Fli e Mpa sono crollati. E non trovano spazio nemmeno nella nota ufficiale stilata dai leader. Ma la questione riguardante il coinvolgimento del Pdl non si esaurisce qui. Il partito, del resto, era stato direttamente chiamato in causa da Costa, in un intervento a Live Sicilia, appena l’altro ieri. “Il Pdl è ben accetto”, aveva detto Costa. “Non prendano scelte affrettate” aveva confermato Micciché, rivolgendosi ai big del partito riuniti a Roma con Angelino Alfano per ufficializzare la candidatura di Francesco Cascio. Adesso, però, per compiere quel progetto di “grande casa dei moderati”, primo esperimento del futuro Partito popolare italiano cui starebbero lavorando lo stesso Alfano, insieme a Fini, casini e Rutelli, serve un piccolo sforzo. Perché i leader siciliani del Pdl non hanno gradito che in quel documento non ci fosse alcun riferimento diretto a loro, a differenza di altri partiti dal “peso politico” assai diverso come l’Api, ad esempio.

“Non abbiamo letto – ha dichiarato infatti a caldo il coordinatore provinciale del Pdl Francesco Scoma – fra i partiti della coalizione il Pdl. Prendiamo quindi atto che non si può parlare di grande casa dei moderati, che non esisterebbe se non ci fosse il Pdl. Per cui ci aspettiamo che già domattina il candidato Costa sia più chiaro, facendo riferimento, se crede, al Pdl, altrimenti sempre nella giornata di domani ufficializzeremo la candidatura di Francesco Cascio”. Insomma, serve un ultimo sforzo da parte di Massimo Costa. Un riferimento chiaro e ufficiale, domani, alla volontà di “includere”  il Pdl, che non vuole certamente far passare l’immagine di un partito che “si accoda” al treno di Costa per mancanza di alternative.

Una questione di “bon ton”, che, nella politica, molto spesso, è anche sostanza. Ma l’impressione è davvero che sia una questione, ormai, più di “forma” che di merito. Manca un passo, uno solo. Costa potrà compierlo domani, invitando direttamente il Pdl e magari anche il Pid, a far parte del progetto. Un passo, che potrebbe risultare decisivo per la vittoria del giovane “problem solver” palermitano, già al primo turno.


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