Palermo, il lento e il rock - Live Sicilia

Palermo, il lento e il rock

Perché Costa, comunque, ha lasciato un segno
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Inquadratura numero uno. La conferenza congiunta dei quattro candidati del centrosinistra. Atmosfera grigia. Alla scrivania, per chi guarda dalla tribuna, Ferrandelli, Faraone, Monastra, Borsellino. In mezzo, l’arbitro: il padrone di casa del centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco. Domande e risposte nel solco di un imbarazzante politicamente corretto. Immagini da politburò politico che sconta il suo vizio vetusto: avrà anche buone idee, però non le sa dire. Francesco Palazzo ha già tratteggiato la coreografia dell’ovvio, andato in scena ieri, nei panni metaforici di Nanni Moretti imbufalito con un remissivo D’Alema.

Chi scrive  ha cercato a lungo un mucchietto di sale da spargere sul video con un duplice scopo: insaporire l’insipido, scacciare con un esorcismo lo spettro della noia. Come quando si va a una cena al ristorante, poi esci, torni a casa e senti il bisogno di un panino con la mortadella. La conferenza delle primarie ci ha lasciato un senso di fame e un sentimento di sconforto che riguarda soprattutto l’icona non l’acclarata rispettabilità delle persone in campo. Celentano direbbe: tutto troppo lento. E precocemente invecchiato.

Inquadratura numero due. La presentazione di Massimo Costa, gonfiata da un’attesa gestita con sapienza mediatica. Errori di forma: eccessiva bruschezza che fa specie nel riflesso di un ragazzo solitamente sorridente. Qualche messaggio tra l’apocalittico e il mistico. Ma quello che resta oggi nel taccuino, sul web e nei giornali, è l’effervescenza, in qualche tratto discutibile, della presentazione del Politeama. Nessuno si è soffermato per più di un battito di palpebra sul rito cinese dell’assemblea del centro Pio La Torre. Tutti parlano di Costa, magari per prenderlo in giro, e tuttavia ne parlano. Nel chiacchiericcio insistito, a prescindere da statura e sostanza, c’è l’ingrediente forte: la percezione di una candidatura comunque “giovane”, nei suoi pregi e nei suoi difetti.  Celentano direbbe: è rock.


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