I conti del comune sono in rosso| 131 milioni per evitare il dissesto - Live Sicilia

I conti del comune sono in rosso| 131 milioni per evitare il dissesto

In che stato sono i conti del comune di Palermo? Non ottimo, a leggere i numeri e le cifre contenuti in un dossier distribuito ai consiglieri comunali mercoledì sera alla presenza del commissario Luisa Latella. Un’operazione-verità che ha fatto luce su quali saranno gli effetti del decreto Salva Italia, approvato dal governo Monti, e sulle prospettive per il bilancio del 2012.

Bilancio che, è bene ricordarlo, per la prima volta sarà consolidato: conterrà, ovvero, anche i conti delle società partecipate che, sebbene siano società private, nei fatti pesano sul bilancio dell’ente. Una differenza non da poco, che renderà necessari immani sforzi per evitare lo squilibrio. Partiamo dall’iva, che a partire dal primo ottobre arriverà al 23% e salirà al 23,5% nel 2014. Il che imporrà al comune di trovare, per il 2012, 5,8 milioni, che diverranno 11,6 nel 2013 e 13,5 nel 2014. Poi è la volta dell’Imu: l’imposta unica municipale sostituirà l’ici con la differenza che quest’ultima è un’entrata certa e quantificabile, riscossa con un sistema già collaudato. Cose che non si possono certo dire della nuova imposta. Ma la nota più dolente sono i minori trasferimenti nazionali e regionali, che per Palermo vanno ancora quantificati: per la Sicilia e la Sardegna si tratterà di quasi un miliardo e mezzo in meno. Ciliegina sulla torta è il mancato stanziamento da Roma dei fondi necessari per pagare i 1300 dipendenti edili del Coime, i cui stipendi ammontano a 27,3 milioni.

Per carità, nulla di nuovo sotto il sole. Molte di queste cose erano facilmente prevedibili, peccato che, fino all’arrivo del commissario, nessuno le avesse dette in modo così chiaro. Anzi, il sindaco Cammarata, all’annuncio delle sue dimissioni, si vantò di lasciare un ente con i conti in ordine. Non che avesse torto, intendiamoci: formalmente, il comune è in equilibrio e rispetta il patto di stabilità. Peccato che, per poterlo fare, abbia falcidiato la spesa sociale e culturale e tagliato anche quello che non andava tagliato, fra cui i soldi per mandare avanti la Gesip.

Conti alla mano, per mantenere il comune in equilibrio finanziario, nel 2012, serviranno 131 milioni di euro. Mica bruscolini. Somma nella quale rientrano anche le esigenze economiche delle società partecipate. Ma le criticità non si limitano a questo. Come ha avuto più volte modo di segnalare la Corte dei Conti, i debiti fuori bilancio, per esempio, rappresentano quasi un “bilancio parallelo”. Il comune, inoltre, ha difficoltà a riscuotere perfino i propri tributi. A tutto questo, va aggiunto che su un bilancio di quasi 800 milioni, quasi 300 sono spesi solo per il personale diretto (circa 10mila persone), riducendo al lumicino gli investimenti.

Una situazione critica, così commentata dall’ex assessore Pippo Genco: “Chiariamo subito che non siamo in presenza di nessun ammanco – spiega – il comune di Palermo ha i conti in ordine e il bilancio in equilibrio. Altra cosa è dire che mancano cento milioni per bisogni della città che necessitano di essere finanziati. Io aggiungo, più di cento. In questo conto manca una adeguata spesa sociale e una spesa culturale indispensabile per una grande città. Ma questo – aggiunge – non è né più né meno di ciò con cui abbiamo convissuto negli ultimi anni e che abbiamo affrontato con serietà e con rigore anche a scapito della popolarità. Siamo però riusciti anche ad avere risorse straordinarie dal Governo Berlusconi che hanno finanziato spesa corrente (45 milioni per gesip) e 150 milioni di fondi Fas per investimenti. Il commissario – conclude – ha un compito non facile ma tanto quanto quello che noi abbiamo assolto”.

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