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La giustizia-gattopardo

Il pianeta giustizia è "ingessato". Ma è solo una delle tante "anomalie" dell'Italia vittima del suo immobilismo, "nell'indulgere alla politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per evitare di affrontare i temi più spinosi". Intanto i tempi dei processi, sia in ambito civile che penale, si allungano ulteriormente. "Quel male dei mali che è la lentezza snervante della giustizia". Ecco i contenuti della relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario del distretto della Corte d'appello di Palermo che i lettori di Live Sicilia posso scaricare in versione integrale
Palermo, l'inaugurazione dell'anno giudiziario
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3 min di lettura

Il 2011? Un anno da lasciarsi alle spalle. “Solo per aver fatto con scrupolo, dedizione e senso di responsabilità il nostro dovere e per avere assolto il compito che la Costituzione ci assegna siamo stati oggetto di continue ingiurie da parte di personaggi di rango politico anche elevato, sempre più insofferenti verso la legalità e i suoi custodi”. Così Vincenzo Oliveri, presidente della Corte d’appello di Palermo introduce il discorso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Rifiutiamo la provocazione – ribadisce Oliveri – ma non possiamo nascondere la nostra soddisfazione per il fallimento – almeno per ora – della pseudoriforma della giustizia, la tanto propagandata ‘grande… grande riforma’, che, se approvata, avrebbe portato al successo il meditato attacco” all’indipendenza della magistratura.

Nella relazione del presidente della Corte d’appello si fa riferimento a un pianeta giustizia “ingessato” da oltre vent’anni. Anche le proposte di riforma “non sposterebbero di un millimetro la situazione di tendenziale paralisi che impedisce attualmente di far fronte alla sempre più pressante domanda di giustizia che cresce anche in aree marginali della collettività”. Ma la mancata riforma della giustizia è figlia dell’immobilismo italiano, “è solo un sintomo delle tante anomalie italiane, perché per la giustizia, come per molti altri casi, la principale malattia nazionale sta proprio nel protrarsi delle questioni irrisolte, nell’eterno crogiolarsi in un’atmosfera di stucchevole ripetitività di annunci e promesse mai realizzate, nella curiosa assuefazione a una paralisi decisionale, o, peggio, nell’indulgere alla politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per evitare di affrontare i temi più spinosi, propendendo ogni volta per soluzioni estemporanee che non incidono né possono incidere su quel male dei mali che è la lentezza snervante della giustizia”.

Ed ecco i numeri inesorabili, snocciolati da Oliveri: “La durata dei processi a cognizione ordinaria in Corte di Appello è passata da giorni 1.400 a giorni 1,644,42; nei Tribunali da giorni 837,52 a giorni 872,14; negli uffici del giudice di pace da giorni 389,97 a giorni 405,40”. Ancora: “La durata delle cause di lavoro e previdenza è diminuita, passando in primo grado da giorni 687,65 a giorni 589,18 e, in secondo grado, da giorni 738,90 a giorni 626,88. La durata delle cause di separazione giudiziale e divorzio è aumentata in primo grado (da giorni 502,99 a giorni 523,05) ed è diminuita da in secondo grado (da giorni 523,05 a giorni 334,09). Trattasi di tempi obiettivamente esasperanti”.

Per quanto riguarda il penale:  “Per i procedimenti definiti dalle sezioni penali ordinarie della Corte di Appello di giorni 415,32 e per quelle definite dalla sezioni di Assise di Appello di giorni 282,05; per i processi definiti dai Tribunali in dibattimento monocratico di giorni 624,45 e per i processi in dibattimento collegiale di giorni 504,45; di giorni 280,50 per i processi di appello avverso le sentenze dei giudice di pace; per i processi di competenza della Corte di Assise di giorni 645,77; per quelli definiti dai Gup presso i Tribunali ordinari, di giorni 326,32; e dal Gup Circondariale presso gli uffici del giudice di pace di soli giorni 11,76; per le indagini preliminari, di giorni 356,8818; per i processi di competenza del giudice di pace, di giorni 459,1019. Nel complesso, l’esaurimento di un processo penale, tra indagini preliminari, dibattimento di primo e secondo grado, è avvenuto in un tempo non inferiore a quattro anni”.

Il resto della relazione è visionabile cliccando su questo link


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