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Tutti gli uomini di Saverio

Europa fa le pulci alle nomine
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Archiviata la fiducia, Saverio Romano torna a fare il ministro dell’Agricoltura. Sui movimenti che lo hanno riguardato in questi mesi, “Europa” – giornale di area non amica – pubblica un articolo dal titolo eloquente: “Le malefatte di Romano al ministero”. Non una riflessione sulle accuse a carico del ministro. E’ uno screening della sua attività in senso proprio. “Meno noto – si legge nel pezzo di Leana Pignedoli – invece, è che al Senato e alla Camera abbiamo chiesto conto al ministro, con interrogazioni e interpellanze, rispetto alle nomine degli enti vigilati dal ministero dell’agricoltura. Mai si era vista tanta disinvoltura nel nominare persone al vertice degli enti, in barba a ogni logica di professionalità e competenze. In un momento in cui il paese avrebbe bisogno più che mai delle sue risorse migliori, il ministro dell’Agricoltura nomina persone in larga parte del proprio entourage di partito e territoriale. Eppure, nella sua prima audizione al senato al momento del suo insediamento, aveva dichiarato di voler procedere a una operazione di trasparenza e di voler predisporre un piano di valutazione di efficienza del sistema degli enti, per poi procedere ad un riordino in tempi brevi”.

Le nomine
“Nella seconda metà di agosto – si legge – mentre il Parlamento era impegnato nella manovra finanziaria, il ministro procedeva, a tambur battente, alla nomina del presidente di Agecontrol (organismo di controllo di Agea) ed individuava Massimo Dell’Utri da Caltanisetta, già uomo dell’Udc di Cuffaro, sconfitto a suo tempo nella disputa per la presidenza della provincia di Caltanissetta e poi recuperato nel 2003 ai vertici di Irfis, istituto di Mediocredito regionale, controllato dal Banco di Sicilia (76 per cento) e dalla regione Sicilia ( 21 per cento). Ai vertici del Sin (Sistema informativo agricolo nazionale), trasformato, per ragioni non ancora esplicitate, da srl in spa sono stati eletti presidenti Domenico Pecoraro e vice presidente Concetta Vindigni, già presidente della provincia di Ragusa, candidata in quota Udc alle regionali del 2006 e alle europee del 2009, senza mai raggiungere i voti necessari per ottenere un seggio, ora esponente Pid e nel 2010, insieme all’intero cda di Ato ambiente Ragusa, raggiunta da un avviso di garanzia per assunzioni facili e destituita dall’assemblea dei sindaci con voto di 11 sindaci su 12.

La lista prosegue: a Buonitalia il ministro nomina come liquidatore il fratello dell’onorevole Francesco Stagno D’Alcontres, Alberto Stagno D’Alcontres, di Messina, ordinario di diritto commerciale salito agli onori delle cronache in quanto Amia rifiuti di Palermo gli avrebbe accordato, assieme all’avvocato Bartolomeo Romano, il pagamento di una superconsulenza legale di 15 milioni di euro. Sarà il tribunale fallimentare a decidere se hanno diritto a ricevere questo considerevole importo. Sempre negli ultimi giorni di agosto, in Isa (Istituto sviluppo agroalimentare) insieme Decio Terrana del Pid consigliere regionale di Agrigento dal 2006 al 2008, poi successivamente premiato con una consulenza presso la stessa regione Sicilia, il ministro decide di promuovere al ruolo di amministratore delegato dell’ente Annalisa Vessella consigliere regionale in Campania dal 2010 in quota Udc, ora passata al Pid assieme al marito il deputato Michele Pisacane coordinatore del partito di Romano in Campania.

Il ministro procede poi imperterrito alla nomina di presidente del Cra, il maggior ente di ricerca in agricoltura (occupa 1400 ricercatori), e sceglie Domenico Sudano coordinatore provinciale del Pid di Catania , condannato a un anno e cinque mesi ( pena sospesa) per aver truccato un concorso per primario ospedaliero. Un ruolo quello di presidente Cra che la legge prevede venga scelto tra personalità di «alta qualificazione scientifica e professionale nei settori in cui opera l’ente». Dal curriculum di Sudano, al di là delle numerose cariche politiche istituzionali, si trova un’unica qualifica professionale: insegnante di francese di scuola superiore, dunque palesemente privo dei requisiti richiesti. Sarà ancora una coincidenza, ma anche Giuseppe Alonzo, presidente di Oiga (osservatorio imprenditore giovanile in agricoltura) appena rinnovato, pure lui, sia di Palermo. Così la maggioranza ha votato la fiducia ad un ministro che in soli 6 mesi ha trasformato il ministero con tutti gli Enti in un vero e proprio quartier generale del suo nuovo partito, il Pid.

La maggioranza, compresa la Lega Nord, che pare debba ingoiare tutto questo per aver ottenuto, in cambio, la destituzione del presidente di Agea, (attraverso un commissariamento lampo da parte del ministro) Dario Fruscio, il quale stava per procedere alla riscossione dei pagamenti coatti agli splafonatori padani del latte inadempienti nel pagamento delle multe per le quote latte”.


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