Ciancimino, interviene il Csm - Live Sicilia

Ciancimino, interviene il Csm

Le intercettazioni
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Finisce al Csm il caso nato dalle intercettazioni di Massimo Ciancimino pubblicate da Panorama. Se ne occuperà ”con tempestività ” il Comitato di presidenza del Csm, garantisce il vice presidente Michele Vietti. Un’assicurazione che arriva dopo che il Pdl aveva sollevato un’aspra polemica, sollecitando non solo l’intervento di Palazzo dei marescialli ma anche del ministro della Giustizia Nitto Palma. “Negli uffici della Procura di Palermo io faccio quel che minchia voglio” dice l’ex testimone della procura di Palermo, poi arrestato nell’aprile scorso per calunnia aggravata in due colloqui datati 16 novembre e 1 dicembre 2010. E’ il suo interlocutore, il commercialista Girolamo Strangi, a essere intercettato perche’ indagato dalla procura di Reggio Calabria .

Ed è a lui che il figlio di don Vito spiega di avere quasi libero accesso agli uffici della procura di Palermo e di aver armeggiato al computer del procuratore aggiunto Antonio Ingroia (nella foto), in assenza del magistrato, accedendo a informazioni riservate. Una vicenda giudicata inquietante dal Pdl. “Chi sia Ciancimino Junior lo avevamo capito da tempo. Ma che l’icona dell’antimafia secondo la definizione del procuratore Ingroia, fosse anche ‘padrone’ di alcuni uffici della Procura di Palermo è scandaloso” insorge il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, che prima chiede al ministro della Giustizia Nitto Palma di “avviare un’indagine per verificare se le affermazioni di Ciancimino Junior sono supportate dai fatti” e poi sollecita anche l’intervento del Csm. Sulla stessa linea il vice capogruppo vicario del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, che si dice certo che ”tutte le autorita’ competenti, compreso il Csm”, avvieranno immediati accertamenti, perché ”la gravità delle rivelazioni del settimanale ‘Panorama’ su Massimo Ciancimino, il suo presunto svernare solitario negli uffici del procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il suo presunto libero accesso al computer del magistrato e di lì a ogni tipo di informazione, si evidenziano da sé”.

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