Polemica a Catania: l'Ateneo chiude| i locali del giornale degli studenti - Live Sicilia

Polemica a Catania: l’Ateneo chiude| i locali del giornale degli studenti

Nell’affascinante Monastero dei Benedettini di Catania, sede della facoltà di Lettere e di Lingue, c’è una piccola auletta chiusa, sbarrata. E’ una delle tante presenti nel cortile del Monastero, precisamente la numero 24. Dal 2004 ha ospitato le redazioni del giornale telematico Step 1 e di Radio Zammù, ha visto trasformare alcuni giovani universitari in giornalisti pubblicisti e ha coltivato, come in una vera e propria “palestra”, i migliori talenti etnei.

Li vedevi sempre in prima fila i ragazzi di Step1. Nei cortei, nelle conferenze stampa, nelle elezioni universitarie, nella produzione di inchieste e video e reportage. E poi li vedevi dentro l’auletta a scrivere, montare e produrre informazione. Ma dal 7 luglio l’aula 24 non è più la casa di Step1. C’è chi parla apertamente di censura, di volontà di “normalizzare” le voci libere.

I fatti sono limpidi e il giudizio va, come sempre, al lettore. Il 7 luglio scorso una nota del direttore amministrativo Lucio Maggio, indirizzata alla facoltà di Lingue, ha disposto l’immediata chiusura dell’aula perché presentava “condizioni di esercizio non pienamente rispondenti alla norma (barriere architettoniche, minima areazione, unica via di esodo)”. L’aula è assegnata formalmente all’associazione per il giornalismo universitario Upress e la facoltà di Lingue, che sarebbe l’editore di Step1, ha manifestato la disponibilità a cedere la testata all’associazione, ma è sempre mancato l’avvallo fondamentale del rettore.

E’ quindi arrivato uno sfratto in piena regola per motivi di sicurezza. Ma occorre ricordare che prima e dopo l’aula 24 ci sono tante altre stanze simili dove vengono svolte lezioni, lettorati ed esami, con conseguenti disagi e, appunto, pericoli in materia di sicurezza. Gli stessi che hanno spinto il direttore amministrativo a redigere la nota del 7 luglio. Perché far chiudere, immediatamente, solo quell’aula?

Step1 era stata fondata su iniziativa del giornalista Enrico Escher, un galantuomo serio e talentuoso nel panorama dei cronisti etnei, che è morto due anni fa. Con il suo impegno ha consegnato nelle mani degli universitari uno strumento molto valido di informazione e un insegnamento contenuto in un suo editoriale: “Non saremo riverenti con niente e con nessuno”.

E in sette anni Step1 ha formato una decina di giornalisti pubblicisti e due praticanti, ha partecipato al Festival del giornalismo di Perugia, ha ottenuto il secondo posto al premio Ischia (il primo premio è andato a Marco Travaglio), ha vinto il primo premio Eretici digitali e ha avuto una menzione speciale al premio Impastato.

Adesso il futuro è a tinte fosche, o meglio bianche. Bianche come le righe lasciate per protesta sulla home page dai tanti studenti – redattori, perché senza una sede, un pc e un telefono a disposizione diventa più difficile organizzare il lavoro quotidiano di una redazione. Il rettore nella recente conferenza per la votazione dello statuto d’ateneo ha commentato la chiusura dell’aula dicendo che “quello è un laboratorio, ci sono delle attrezzature elettroniche, computer, e la sicurezza richiesta è diversa dalle aule dove si fa solo lezione” e per il futuro “compatibilmente con le risorse dell’ateneo stiamo lavorando perché possa essere rimessa al più presto in sella”.

“Avevamo il sentore che dopo la chiusura di Radio Zammù – spiega Agata Pasqualino, presidente dell’associazione Upress – potesse accadere qualcosa di simile a Step1, ma non così presto”. Dopo che verranno messi a norma i locali dell’aula 24 l’ateneo ha intenzione di emanare un bando attraverso il quale assegnerà l’ex redazione a una delle tante associazioni universitarie. Il futuro è ancora incerto, ma come dicono loro dalle colonne della loro testata “i ragazzi di Step1 non se ne andranno facilmente”.

“Riscontriamo la difficoltà – ha affermato Luca Spataro, segretario provinciale del Pd – di costruire un dibattito ampio su temi vitali, quali lo Statuto universitario o la complessa situazione finanziaria, fino alla chiusura di alcune voci importanti dell’informazione universitaria e cittadina quali, prima, Radio Zammù , ed ora, Step1. E’ necessario fare luce su quanto accade in uno degli importanti pilastri di democrazia che è l’Università”.

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