"Cateno? L'ho saputo un attimo fa..." - Live Sicilia

“Cateno? L’ho saputo un attimo fa…”

Le reazioni all'Ars
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Molti lo hanno appreso pochi minuti fa. O almeno così dicono. I deputati dell’Ars sono in giro per i corridoi di Palazzo dei Normanni. A piccoli gruppi discutono animatamente. Ma quando chiedi loro una dichiarazione sull’arresto di Cateno Del Luca sembrano arrivare dalla luna. Qualcuno chiede notizie sui capi di accusa. Altri ammettono: “Me l’hanno detto un attimo fa”. La maggior parte tiene la bocca cucita. L’imbarazzo è evidente. Così come la voglia di “non sbilanciarsi”, mentre il clima al Palazzo, complice il sole, sembra alzarsi parecchio.
“Sono problemi che vanno affrontati”, dichiara infatti criptico Michele Cimino, a suo carico un’indagine per concorso in associazione mafiosa risolta in un “nulla di fatto”: la Procura infatti ha chiesto l’archiviazione. Il deputato di Forza del Sud, però, “dribbla” il caso De Luca: “Una questione morale all’Ars? Non credo. Se un deputato viene arrestato, viene sostituito”.

“Purtroppo c’è poco da dire”, dichiara amaro Francesco Musotto, dell’Mpa, partito col quale Cateno De Luca è diventato deputato all’Ars. “Ma questo  – aggiunge Musotto – oggi conta poco. Si tratta di una situazione che di certo non fa piacere. Io mi auguro che riesca a dimostrare la sua innocenza. Ma è inutile negare – conclude – che notizie di questo tipo creano un varco tra la gente e la politica. Mi rendo conto, infatti, dell’impressione che diamo all’esterno”.
Il Pdl invece si affida a una nota congiunta. Cautela massima. Questa l’indicazione tra gli “azzurri”. “Non conosciamo ancora – spiegano – gli aspetti tecnici della vicenda. Non possiamo, quindi, che scegliere la strada del silenzio”.
Non si nasconde, invece, il vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo, deputato del Pd: “Ovviamente – dice – bisgna attendere che la vicenda segua il suo percorso giudiziario. Ma se dovesse risultate che le accuse corrispondono alla realtà, allora siamo di fronte a un caso di una gravità inaudita. I quattro arresti in così poco tempo – aggiunge Oddo – impongono alla politica una rilfessione seria sulla selezione della propria classe dirigente. Ogni gruppo parlamentare, insomma, dovrebbe fare molta più attenzione nel momento della scelta. Altrimenti, è ovvio che la gente finisce per sputare su tutto e tutti”. Tra l’altro, l’arresto di De Luca arriva appena pochi giorni dopo un caso che ha risollevato la cosiddetta questione morale all’Ars: il “salvatagio” di Santo Catalano: “Una vicenda, anche quella, che non fa onore all’Ars”.

La pensa diversamente, ovviamente, Nino Dina, capogruppo del Pid, ancora sbalordito: “L’ho saputo un attimo fa”, dice, chiedendo notizie sui capi di accusa. Vicino a lui, sotto i portici di Palazzo dei Normanni, il fratello di Totò Cuffaro, Silvio. “Il caso di Santo Catalano non c’entra nulla. La legge lo consentiva e c’è stato un libero voto dell’Assemblea”. Sul rischio di una delegittimazione dell’istituzione, però, afferma: “Certo non è una bella cosa quando trionfa l’antipolitica e i cittadini vedono i parlamentari non come loro rappresentanti, bensì come titolari di privilegi. In tempi così difficili – aggiunge – la politica dovrebbe far passare un messaggio diverso, c’è la necessità di recuperare un po’ di sobrietà. L’Ars, certo, oggi esce massacrata”.

“In attesa che la magistratura accerti i fatti – ha detto Giulia Adamo, capogruppo Udc –  riteniamo opportuno non pronunciarci sui singoli casi che vedono coinvolti i deputati in indagini e inchieste giudiziarie. Di certo quattro arresti nel corso di una stessa legislatura – ha aggiunto – non possono lasciarci indifferenti. Quanto accade rischia di compromettere la credibilità di una istituzione come quella dell’Assemblea. I siciliani attendono da tempo riforme importantissime. Dobbiamo dare risposte concrete a partire, probabilmente, da una riforma dei meccanismi attraverso i quali i partiti scelgono le proprie classi dirigenti”.
“La statistica recente – ha detto Livio Marrocco del Fli – getta un’ombra inquietante su Palazzo dei Normanni. Senza entrare nel singolo caso giudiziario, certamente oggi si impone una riflessione seria sui temi dell’etica e della legalità nell’agire politico”.


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