Il sì dei pm alla richiesta | di rinvio a giudizio - Live Sicilia

Il sì dei pm alla richiesta | di rinvio a giudizio

Quattro dei sei Pm che coordinano l'inchiesta Iblis sui rapporti tra mafia e politica hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa a carico dei fratelli Angelo e Raffaele Lombardo. Lo rivela il tg di Telecolor. Ecco i possibili scenari.
Lombardo. Ora tocca a Patanè
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Quattro dei sei pm che coordinano l’inchiesta Iblis sui rapporti tra mafia e politica hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa a carico dei fratelli Angelo e Raffaele Lombardo. Lo rivela il tg di Telecolor. Ecco i possibili scenari.

Per i pubblici ministeri di punta della Procura di Catania Iole Boscarino, Antonino Fanara, Agata Santonocito e Giuseppe Gennaro sussisterebbero “elementi idonei” a sostenere in giudizio l’accusa di concorso in associazione mafiosa a carico del presidente della Regione Raffaele Lombardo e di suo fratello Angelo, parlamentare nazionale dell’Mpa.

Al centro dell’indagine i rapporti mafia e politica, le nuove intercettazioni svelate nel numero di “S” in edicola che riguardano anche parenti di boss della ndrangheta eletti con l’Mpa, e gli interrogatori di pentiti ed arrestati nell’inchiesta Iblis. Ma questa richiesta di rinvio a giudizio, ragionando in punta di diritto, è come se non esistesse. Dal punto di vista formale e sostanziale è necessaria la firma del procuratore Capo facente funzioni Michelangelo Patanè, molto vicino alle posizioni del predecessore Enzo D’Agata. Patanè concorderebbe sulla linea attendista con un altro magistrato catanese: Carmelo Zuccaro, tecnico di altissimo profilo.

Il procuratore Capo facente funzioni potrebbe avocare l’inchiesta Iblis, stralciare la posizione dei fratelli Lombardo e chiederne l’archiviazione. Secondo voci di corridoio, in questo caso, la Procura di Catania rischierebbe una clamorosa spaccatura. Il responso potrebbe arrivare anche lunedì, dopo la conclusione delle elezioni per evitare di influenzare il voto degli elettori del Partito Democratico che sostiene l’amministrazione di Raffaele Lombardo, indagato per mafia.


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