Verso la grande alleanza| Porte aperte al terzo polo - Live Sicilia

Verso la grande alleanza| Porte aperte al terzo polo

Giuseppe Lupo a LiveSicilia
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6 min di lettura

La proposta lanciata dall’Idv di ricostituire l’alleanza di centrosinistra, escludendo il Terzo polo e quindi Lombardo, non trova sponda nel Partito Democratico. Il segretario regionale, Giuseppe Lupo, invita ad aspettare i risultati delle elezioni amministrative, sia in Sicilia che a Milano e Napoli, per capire le indicazioni degli elettori e propone un’alleanza fra i partiti del centrosinistra e del Terzo polo convinto che il centrodestra, anche in Sicilia, subirà una batosta alle prossime elezioni. Sulle primarie si dice d’accordo ma solo dopo aver individuato la coalizione e un programma condiviso.

Il segretario siciliano di Idv, Fabio Giambrone, ha detto di essere stato contattato da lei per un incontro che getti le basi a una futura alleanza con il Pd. Ce lo conferma?

«Sì, ci siamo sentiti nei giorni scorsi dopo la tornata elettorale e ci vedremo presto per un’analisi comune sui risultati, anche in vista dei ballottaggi».

Il Pd parteciperà dunque all’incontro annunciato per la prossima settimana con tutti i segretari del centrosinistra isolano?

«Di questo non mi ha parlato, di certo non ci facciamo convocare da Giambrone. Se i partiti del centrosinistra decideranno di incontrarsi lo faranno, è esattamente quello che ho chiesto io».

L’Idv però ha posto una condizione al dialogo: lasciare Lombardo e ritirare l’appoggio al governo.

«Noi proponiamo un’alleanza democratica che includa tutti i partiti del centrosinistra e del Terzo polo per battere Berlusconi, esattamente come dice Bersani. Credo, anzi, che questa proposta abbia qualche ragione in più di esistere proprio in Sicilia. Io invito l’Idv a valutare i risultati delle prossime amministrative, in particolare quelli di Milano e Napoli. Ho sentito Casini fare delle dichiarazioni sulla Moratti che indirettamente hanno dato una mano d’aiuto a Pisapia, Fini ha criticato Lettieri e quindi, indirettamente, sta dando una mano anche lui a De Magistris. Vedo nel Terzo polo un’apertura ai candidati del centrosinistra, sia a Milano che a Napoli dove il primo è di Sel e il secondo dell’Idv. Ho letto le dichiarazioni del governatore Lombardo, che ha invitato a non fare alleanze contro qualcuno. Penso che questo non sia il momento dei diktat o dei veti, ma bisogna partire da un’analisi politica che si concluda individuando una priorità: liberare la Sicilia dalla destra berlusconiana e populista. Solo dopo si potrà ragionare su un programma di riforme che cambi questa terra e sulle alleanze per realizzarlo. In questi giorni ho incontrato Giampiero D’Alia, il segretario regionale dell’Udc, ed è stata una conversazione utile. Invito tutti a riflettere e ad aspettare gli esiti del ballottaggio, è arrivato il momento di capire cosa vogliono gli elettori. Se Pisapia conquisterà a Milano il voto dei moderati, così come De Magistris a Napoli, come sono sicuro che faranno, sbaglierebbe l’Idv a non tenerne conto. Da parte di Lombardo non c’è alcuna chiusura a Sel e Idv, e penso anche io che ci vogliano dei momenti di sintesi. Ragioniamo su cosa serve alla Sicilia, su come e con chi realizzarlo. Serve un’alleanza larga fra tutti i partiti del centrosinistra e del Terzo polo per andare oltre il berlusconismo, che ha letteralmente massacrato la Sicilia con i precedenti governi regionali e sta continuando a massacrarla con l’esecutivo nazionale, che fino a ieri ha negato i fondi Fas perfino per il credito d’imposta che serve alle imprese in un momento di grave crisi per l’occupazione e il tessuto produttivo. Un’alleanza democratica e larga che comprenda centrosinistra e Terzo polo ci sembra la proposta migliore. Chi non ci dovesse stare, si assumerà la responsabilità di avere indebolito l’alternativa a Berlusconi. Mi auguro che tutti siano disponibili a ragionare senza diktat o veti».

Nel Pd sono tutti d’accordo a ricostruire la vecchia alleanza di centrosinistra?

«Sì, la proposta di Bersani di un’alleanza democratica che metta in sicurezza la democrazia e di un programma di riforme trova a livello nazionale consenso unanime nel Pd, nessun leader si è dichiarato contrario: da Fioroni a Veltroni, passando per Marini e D’Alema che né è uno dei fautori e che l’ha rilanciata domenica, qui in Sicilia, facendo dei comizio con me. C’è un consenso unanime perché è unanimemente condivisa l’analisi: bisogna liberare l’Italia e la Sicilia da Berlusconi. Il centrodestra qui in Sicilia è crollato perché ha fallito. Noi viviamo una situazione particolare, abbiamo scelto di sostenere un governo tecnico per assicurare governabilità e far così fronte alle riforme più importanti e alle emergenze sociali: una scelta che nasce proprio per il crollo del centrodestra. Domenica e lunedì si vota e crollerà la destra berlusconiana in molti comuni della Sicilia. E’ questa la vera novità: gli italiani non credono più a Berlusconi e alle sue bugie. Ricordiamo tutti i disegnini a Porta a Porta sulle autostrade, i porti, gli aeroporti e il Ponte sullo Stretto: tutte cose rimaste sulla lavagna di Vespa e di cui non c’è alcuna traccia. Le ultime elezioni hanno spazzato la destra dal Paese e sono certo che questo vento di cambiamento soffierà anche in Sicilia».

I dipietristi hanno parlato anche della necessità di indire le primarie sia regionali che comunali, convocando assemblee cittadine. Sarà un percorso che condividerete?

«Sulle primarie va fatto un ragionamento serio e approfondito dopo un’analisi condivisa della situazione politica. Dopo che si sarà individuato un programma condiviso e si capirà qual è la coalizione, a quel punto le forze politiche potranno anche fare le primarie di coalizione, che restano uno strumento di partecipazione democratica che ha inventato il Pd».

Orlando non ha escluso la possibilità di ricandidarsi al comune di Palermo. Sarebbe un candidato accettabile per il Pd?

«Non è il momento di parlare di candidature, ne parleremo solo dopo i risultati. Questo vento di cambiamento soffia forte in Sicilia ancor prima che nel resto del Paese, infatti qui da noi il centrodestra è crollato da tempo».

Dopo le amministrative, dovrebbe tenersi l’Assemblea regionale del Pd che deciderà anche sul referendum. Alla fine si farà?

«Il programma stringente che ci siamo dati il 2 maggio a Cinisi, in occasione della riunione dell’esecutivo del partito con i deputati e il coordinatore Maurizio Migliavacca, mi sembra sia stato più che giusto: dopo le amministrative e i ballottaggi valutiamo attentamente quello che ci dicono gli elettori e verifichiamo con tutte le forze di opposizione a Berlusconi la possibilità di realizzare un’alleanza che crei un equilibrio politico nuovo. Il referendum eventualmente si farà a settembre, ma prima ci sono quelli del 12 e del 13 giugno. Invitiamo a dire 4 sì contro un governo che vuole piazzare le centrali nucleari in Sicilia. Abbiamo proposto lo scorso anno una mozione approvata all’unanimità all’Ars contro le centrali nucleari e in più, sempre in Assemblea, abbiamo sostenuto e fatto votare anche la legge per l’acqua pubblica: sono temi sui quali il partito in Sicilia è andato avanti e oggi siamo impegnati a sostenere i referendum che, voglio ricordarlo, coincideranno con i ballottaggi. Sono sicuro che saranno numerosi gli elettori siciliani che andranno a votare contro il nucleare».


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