La comunità nipponica a Palermo|divisa tra fede e angoscia - Live Sicilia

La comunità nipponica a Palermo|divisa tra fede e angoscia

le reazioni alla tragedia
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“Non ci sono vittime tra i parenti stretti della comunità giapponese che vive a Palermo”. E’ quanto afferma Giuseppe Cannizzo, presidente dell’associazione culturale “Sicilia Giappone” che ha sede in città e che sta seguendo, assieme a una ventina di giapponesi che vive a Palermo, quanto sta succedendo sull’isola nell’estremo oriente.

Cannizzo, che mantiene quotidianamente i contatti con il Giappone, descrive la “forza e “l’equilibrio” della popolazione di fronte alla tragedia delle scosse e dello tsunami, sentita come “un momento dell’esistenza, una lezione per migliorare”. L’associazione si sta già attivando per offrire un piccolo aiuto: “Ci siamo riuniti, abbiamo inviato una lettera di cordoglio all’ambasciata giapponese a Roma, con cui siamo in contatto. Abbiamo mandato mail di sostegno per segnalare la nostra disponibilità ad ospitare i giapponesi che volessero venire in Sicilia. Stiamo operando per mettere a disposizione alloggi, facendo anche richiesta al Comune o alla Regione”. Ma non solo: “Credo – ipotizza Cannizzo – che apriremo anche una raccolta fondi”.

Dalle prime risposte, però, la volontà degli abitanti dell’isola è quella di restare: “Loro vogliono rimanere nella loro terra: non hanno paura della morte – spiega Cannizzo – pensano ad andare avanti, pensano al Paese, a come ricostruire tutto”. Un paese, quello giapponese, che nonostante tutto non si è mai fermato: “Non c’è l’intenzione di lasciare le proprie case, nonostante gli aeroporti siano attivi, così come sono attive, anche se a tratti, le linee ferroviarie. Tranne che nei luoghi in cui è successo il disastro, dove non è rimasto niente, a Tokyo si lavora, i bambini vanno a scuola. Ho un’amica giornalista – racconta Cannizzo – che nonostante quello che sta succedendo continua a scrivere, continua a postare sul suo blog le notizie di quanto sta avvenendo”.

La paura più grande per i giapponesi che vivono qui e per quelli che vivono nella loro terra resta quella del nucleare: “Hanno un passato, quello della seconda guerra mondiale, sempre presente. Ma hanno fatto troppo affidamento sulla tecnologia, si sentivano in qualche modo invincibili: la natura, però, è un passo più avanti”. Questo, forse, uno dei motivi per cui secondo Cannizzo il governo giapponese non sta dicendo tutta la verità: “Sarebbe uno smacco dopo aver garantito sicurezza e l’assenza di pericoli. E adesso resta un punto su cui dovremmo riflettere tutti”.


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