In manette gli ultimi| uomini dei Lo Piccolo - Live Sicilia

In manette gli ultimi| uomini dei Lo Piccolo

Anche gli ultimi dei Lo Piccolo sono finiti dentro, grazie anche al contributo determinante di 13 commercianti e imprenditori che hanno denunciato, stanchi di pagare il pizzo e la tassa mafiosa sui lavori pubblici e privati. Una maxi-operazione eseguita dalla squadra mobile di Palermo, coordinata dall'aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Francesco Del Bene, Marcello Viola, Anna Maria Picozzi, Lia Sava, Gaetano Paci, ha portato a 63 ordinanze di custodia cautelare. Per tutti le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso, all'estorsione, all'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalla modalità mafiosa.
Operazione 'Addio pizzo 5' a Palermo, 62 arresti
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Anche gli ultimi affiliati alla cosca dei Lo Piccolo sono finiti dentro, grazie anche al contributo determinante di 13 commercianti e imprenditori che hanno denunciato, stanchi di pagare il pizzo e la tassa mafiosa sui lavori pubblici e privati. Una maxi-operazione eseguita dalla squadra mobile di Palermo, coordinata dall’aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Francesco Del Bene, Marcello Viola, Anna Maria Picozzi, Lia Sava, Gaetano Paci, ha portato a 63 ordinanze di custodia cautelare. Per tutti le accuse vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, all’estorsione, all’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalla modalità mafiosa.

Le famiglie mafiose colpite sono quelle di San Lorenzo, Tommaso Natale, Partanna Mondello, Terrasini, Carini e Cinisi che ricadono nel mandamento mafioso controllato dai Lo Piccolo fino al momento del loro arresto, avvenuto il 5 novembre del 2007. Le indagini hanno consentito di accertare una sistematica aggressione nei confronti delle più svariate attività economiche (hotel, imprese edili, attivita’ commerciali, lavori di urbanizzazione, cantieri nautici, discoteche) da parte degli uomini di Cosa nostra su un territorio che spaziava dal capoluogo sino ai paesi della costa occidentale della provincia di Palermo.

L’operazione, denominata Addio pizzo 5, costituisce l’epilogo delle indagini connesse alla decriptazione dell’archivio scoperto nel covo dei boss latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo in occasione del loro arresto, avvenuto il 5 novembre del 2007. Una certosina attività di riscontro dei nomi in codice indicati nei pizzini, custoditi gelosamente dai Lo Piccolo, ha consentito di decifrare i nomi e i cognomi degli affiliati alla cosca. Sono stati così identificati i soggetti indicati, ad esempio come ”Y” o ”Camion”, ritenuti responsabili di estorsioni, traffico di stupefacenti ed altre ipotesi di reato. In alcuni casi il personale specializzato della polizia scientifica è riuscito a ricostruire alcune trame mafiose della famiglia, estrapolando i dati contenuti nel nastro di una macchina da scrivere utilizzata dai Lo Piccolo, reso apparentemente inservibile e gettato tra i rifiuti.

Gli investigatori hanno così accertato una serie di estorsioni messe a segno nel mandamento mafioso controllato dai boss. In alcuni casi è stato pagato il pizzo da imprenditori impegnati in lavori di ristrutturazione dell’aeroporto di Palermo, nella realizzazione della caserma Bighelli dell’esercito e di un asilo materno a Cinisi (Palermo). Le mire dei boss erano anche puntate su nuovi tipi di business, come il caso di “O sole mio”, centro benessere in via Libertà di Filippo Catania. La spa nel salotto di Palermo era finita anche nelle indagini dei carabinieri che, il 15 dicembre 2005, hanno intercettato il reggente della famiglia di Resuttana, Maurizio Spataro, poi divenuto collaboratore di giustizia. Spataro aveva chiamato il fratello dell’allora governatore, Totò Cuffaro, per invitarlo all’inaugurazione insieme al presidente della Regione. Sempre Filippo Catania, poi, è titolare di una parruccheria, il “Loca club” di viale del Fante, dove si sarebbero tenuti alcuni summit di mafia.

Gli investigatori hanno trovato ulteriori riscontri anche in relazione al quadro probatorio connesso all’uccisione del boss di Resuttana Giovanni Bonanno ed al successivo occultamento del suo cadavere, sotterrato in un terreno destinato a lottizzazione nel territorio di Carini. E’ stata fatta luce anche sul disegno dei Lo Piccolo di monopolizzare il mercato palermitano del traffico delle sostanze stupefacenti, invadendolo con la cocaina proveniente dal Sud-America tramite i porti olandesi, come hanno confermato recenti indagini della polizia a Milano.

I nomi. Secondo le indagini il nuovo capo della famiglia di Capaci e Isola delle femmine sarebbe Pietro Bruno, mentre a Torretta comanderebbe Salvatore D’Anna. Mentre i prestanome che avrebbero consentito il reimpiego dei soldi sporchi accumulati dalla cosca sono  gli imprenditori edili: Michele Acquisto, Mario Biondo, Giuseppe e Isidoro Lo Cascio, Mario e Antonino Lucia.

Con il blitz odierno gli uomini della Squadra Mobile hanno inflitto un duro colpo all’establishment di Cosa nostra che, grazie alle precedenti operazioni condotte nel corso delle prime fasi dell’inchiesta Addiopizzo, ha complessivamente portato all’arresto di 184 persone, all’individuazione dei responsabili di 87 estorsioni, alla escussione testimoniale di 232 persone sentite come parti offese o informate sui fatti, alla collaborazione di 61 operatori economici alle indagini di polizia, al sequestro di 15 societa’ con fatturati di svariati milioni di euro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ in Questura alle 10:30, alla presenza del Questore e del Procuratore Capo della Repubblica diPalermo.


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