Amare Palermo - Live Sicilia

Amare Palermo

Lo speciale domenicale
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Chi scrive ha amato con purezza Palermo due volte, il resto è un garbuglio di sentimenti che cozzano. Una volta in una mattina d’estate con un padre e i sassi da tirare nel mare di Mondello. Ogni sasso un rimbalzo. Ogni rimbalzo un pensiero.  Il molo vecchio era la scenografia perfetta della magia e della tenerezza di un momento irripetibile (come tutti, solo che non ce ne accorgiamo) suscitate da un rito banale. La città era ferma e attenta, intorno a quei sassi volanti. Sa accogliere e stringere le braccia senza soffocarti, Palermo, quando vuole.  Impossibile non amarla, impossibile non provare, oggi,  nostalgia.

La seconda volta, un minuto dopo Palermo-Triestina, con la gente pazza per le strade e quella cosa strana chiamata “Promozione in serie A” tra le mani. Talmente tra le mani da non crederci. Fu la prima e ultima speranza di cambiamento, a memoria di chi scrive. Nemmeno le stragi, nemmeno i funerali di Stato. Con una dirompente gioia nel petto e tra le dita, Palermo quella notte sognò di cambiare davvero, mentre ballava e rideva a gola piena. Di ripartire dal pallone per dipingere la propria resurrezione. Un sogno durato fino al brusco risveglio.

Ci sono ragioni private e pubbliche per amare Palermo. C’è la certa luce di una certa via, ci sono pagine collettive di riscatto, c’è il suo volo d’aquila, quando non te lo aspetti più. E ci sono ragioni pubbliche e private per “odiarla”, per la munnizza, per la violenza della sua mafia spicciola e organizzata, per l’appartenenza che diventa prepotenza e la giustifica…

Abbiamo chiesto a taluni palermitani doc, adottivi o veraci, di raccontarci soprattutto l’amore per Palermo e quello spicchio di cuore riservato all’odio, figlio reietto delle delusioni. Di seguito le loro parole. Sassi volanti nel mare.


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