Lombardo a Il Fatto Quotidiano| "Ecco chi vuole la mia testa" - Live Sicilia

Lombardo a Il Fatto Quotidiano| “Ecco chi vuole la mia testa”

di Sandra Amurri - Al polso un braccialetto di stoffa rossa in segno di devozione a San Sebastiano “sopravvissuto a innumerevoli frecce” mai nessuna metafora fu più esplicita per un Presidente sotto assedio. Il Governatore Lombardo ci riceve in una stanza tutta bianca con un’enorme vetrata che dà sul parco e un tavolo di cristallo.
Scelti per voi
di
4 min di lettura

Al polso un braccialetto di stoffa rossa in segno di devozione a San Sebastiano “sopravvissuto a innumerevoli frecce” mai nessuna metafora fu più esplicita per un Presidente sotto assedio. Il Governatore Lombardo ci riceve in una stanza tutta bianca con un’enorme vetrata che dà sul parco e un tavolo di cristallo. La fuga di notizie di un suo imminente arresto
smentite dal Procuratore di Catania è una ferita aperta. Si sfoga e ce n’è per tutti quelli che definisce senza mezzi termini “delinquenti politici”, “nemici” del cambiamento. Parole pesanti mentre disegna ghirigori ad incastro su un foglio di carta per alleggerire la tensione nascosta dietro al sorriso. Seguono i nomi: ”Schifani e Alfano”. Il primo Presidente del Senato.
Il secondo Ministro della Giustizia.

“È giunto il tempo della chiarezza il gioco si è fatto sporco. Abbiamo superato Pirandello. Non si sa chi indaga su chi. Il sostituto procuratore Giuseppe Gennaro che mira a diventare procuratore capo di Catania sta offrendo ad Alfano la mia testa su un piatto di vile metallo. Mi sono recato in Procura, ho dato la disponibilità ad essere interrogato. Mi chiedo in quale Paese a un Presidente di Regione tenuto sulla graticola da accuse mediatiche viene negato nel rispetto delle prerogative della magistratura, che sia chiaro deve fare il suo dovere fino in fondo, di potersi difendere di poter conoscere ciò di cui viene accusato?”

Mentre l’ex Ministro Scajola si rifiuta di parlare con i magistrati.
“Lasciamo stare, Scajola è un cretino”.

Un complotto politico-giudiziario lo stesso che denuncia Berlusconi ai suoi danni.
“Non mi piace la parola complotto io guardo ai fatti e i fatti dicono che Schifani, Alfano sono con Cuffaro e con Saverio Romano custodi del vecchio assetto di potere che ha portato al tracollo la Sicilia e che io ho disarticolato. Poi Berlusconi
infanga solo pochi magistrati: che Dio ce li tenga forti! Il Pdl in Sicilia è spaccato. Non a caso Miccichè ha preso le distanze assieme ai finiani siciliani”.

Sta parlando del fondatore assieme al senatore Dell’Utri, condannato in primo grado per concorso esterno.
”Miccichè ha fatto una scelta, non tornerà indietro. Io non tornerò indietro”.

È vero che Berlusconi l’ha messo in quarantena e si rifiuta di riceverla?
“Quando l’ho chiamato – era dicembre – per metterlo al corrente che la maggioranza si era dissolta non mi ha risposto. Non ne sento la mancanza”.

Mentre con Fini dialoga?
”Ci siamo parlati a lungo, abbiamo obbiettivi comuni”.

Ma lei faceva parte di quello stesso sistema di potere che dice di aver disarticolato.
“Sì, ne ho fatto parte. Ero segretario dell’ Udc, ho contribuito al disastro sanità senza rendermene conto. Non lo nego. Ma c’è un momento in cui si capisce che si ha davanti una strada di non ritorno. Allora si decide di cambiare strada”.

Folgorato sulla via di Damasco.
“Può essere. Ogni uomo ha un’anima e un corpo. L’anima matura le scelte, il corpo le esegue. Il primo passo è stato quello di scardinare la politica della gestione dei rifiuti attorno a cui girano interessi della politica e della mafia per miliardi di euro. Le dico solo che l’area dove sarebbe dovuto nascere il termovalorizzatore di Paternò è stata incredibilmente sopravvalutata consentendo lauti profitti e una delle ditte interessate è la Altecoen riferibile al boss Santapaola. Stiamo parlando di un sito Sic di interesse comunitario situato sul letto del Simeto ad alto rischio idrogeologico”.

Pirandellliana davvero questa storia: lei smantella interessi mafiosi e viene accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Non tornano i conti. Non sarà che nella sua prima vita non ha disdegnato i voti mafiosi e oggi le viene presentato il conto?
“Se i mafiosi mi hanno votato non lo so ma che io abbia fatto accordi con la mafia lo escludo categoricamente. C’è chi dice di combattere la mafia e chi la combatte con scelte precise. I fatti sono qui a dimostrarlo. Non l’ho mai rivelato, un mese fa una voce al telefono alla mia segretaria ha detto che mi avrebbero ammazzato, per questo mi è stata rafforzata la scorta. Sono coraggioso? No. Sono incosciente? No. Sono fermamente convinto che questo sia il solo modo per
ripulire la Sicilia”.

E a Berlusconi tutto questo non va giù.
“Non solo non piace ma teme, non a torto, che l’esperimento Sicilia sia un boomerang”.

Quale sarà la prossima mossa politica di Lombardo?
“Andrò in piazza spiegherò al popolo ciò che sta accadendo”.

Come inizierà il suo discorso?
“Se non avessi a cuore i vostri problemi quelli dei vostri figli dei miei figli avrei accettato di fare il Sultano di Palazzo d’Orleans invece ho scelto di essere l’ascaro che scuote la sua stanchezza”.

di Sandra Amurri, da Il Fatto Quotidiano del 14 maggio 2010


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI