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Genchi ancora sospeso

Il consulente vicino alla destituzione
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Gioacchino Genchi

Gioacchino Genchi

E siamo a tre. Gioacchino Genchi, vicequestore della polizia e “superconsulente” delle procure di mezza Italia, il 22 marzo, il giorno prima di rientrare in servizio, ha ricevuto la terza sospensione che comporterebbe la destituzione dal servizio dopo 25 anni di carriera per “l’uomo dei telefoni” che ha indagato sulle stragi di Capaci e via D’Amelio.
La prima sospensione era scattata per un’intervista rilasciata da Gioacchino Genchi al settimanale “Left” dove parlava del suo ruolo di consulente. La seconda quando ha risposto sul noto social network, Facebook, al giornalista di “Panorama” Gianluigi Nuzzi che gli aveva dato del “bugiardo”. “Le bugie sono solo quelle che scrivi tu e il tuo giornale, solo al servizio di chi vi paga” ha scritto Genchi aggiungendo un commento al post della sua bacheca. Il 23 marzo Genchi avrebbe ripreso il servizio in polizia ma il giorno prima giunge la terza sospensione. Questa volta a essere considerate “lesive per il prestigio delle Istituzioni e nocive per l’immagine della polizia” sono state le dichiarazioni fatte dopo l’arresto di Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati. “I veri poliziotti che hanno fatto quella cattura si sono vergognati e se ne sono andati e mi hanno telefonato, mi hanno detto ‘qui stanno facendo uno schifo, perché hanno organizzato una messinscena davanti alla questura, portando le persone loro, con i pullmann, per organizzare quell’apparente solidarietà alla polizia’”.
Parole che sono costate care a Genchi che ora rischia di essere cacciato via dalla polizia se il Tar non accoglierà i suoi ricorsi.


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