"L'architetto sono io", parla| il presunto erede di Lo Piccolo - Live Sicilia

“L’architetto sono io”, parla| il presunto erede di Lo Piccolo

Esclusiva su "S" in edicola
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“Io sono l’Architetto. Ma sono vittima di un equivoco”. Giuseppe Liga, l’uomo accusato dai pentiti di essere l’erede di Salvatore Lo Piccolo, esce allo scoperto in un’intervista esclusiva pubblicata sul nuovo numero di “S”, il magazine che guarda dentro la cronaca, in edicola da sabato 20 marzo: l’architetto Liga – il suo non è un soprannome, ma la reale professione – racconta la propria versione dei fatti, sostenendo di essere una vittima del racket e di essere stato citato solo per questo motivo nei pizzini trovati nel covo dei Lo Piccolo a Giardinello, e poi si descrive come una persona a stretto contatto con il mondo della politica siciliana che conta. “Per esempio – spiega a Riccardo Lo Verso – sono cresciuto insieme con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Mi chiama, ci parlo. Sono stato in contatto con Mattarella, il fratello di Piersanti. Leoluca Orlando è diventato sindaco per me e per altri due amici”.

La copertina di S in edicola

La copertina di "S" in edicola

Il suo ruolo nel mondo dei movimenti, del resto, non è ininfluente: Liga è infatti il reggente regionale siciliano del Movimento cristiano lavoratori, una sigla dell’universo dell’associazionismo cattolico nato da una scissione delle Acli. E da persona in vista si è occupato anche di cantieri pubblici: “Ho lavorato in alcuni appalti pubblici per conto della Sip nel ’93-’94 – racconta Liga -. Ho progettato due centrali ad Agrigento. Poi ho fatto lavori di ristrutturazione degli impianti tecnologici, elettrici e di condizionamento in 40 centrali in tutta la Sicilia”. Ma non solo commesse pubbliche: Liga ha anche realizzato alcune villette in via Fabio Besta e ha diretto i lavori di Palazzo Gamma, in entrambi i casi a Palermo.

Il nome dell’architetto Liga salta fuori, per la prima volta, tra le carte che i poliziotti trovarono addosso al capomafia di San Lorenzo. Una valigetta piena di nomi e cifre. Fra queste è annotata una frase: “Architetto Liga 10.000”. A confermare questa versione è un’intercettazione effettuata durante le indagini che hanno portato all’operazione Perseo: il suo nome, in compagnia di quello di Giuseppe Lo Verde, è la risposta alla domanda “A Tommaso Natale chi c’è?”, rivolta dal boss di Bagheria Pino Scaduto a Giovanni Adelfio, Antonino Spera e Sandro Capizzi. Più di recente, infine, il suo nome è stato citato dal pentito Maurizio Spataro.

Nel suo mondo, però, nessuno sa del ruolo che Liga avrebbe secondo le indagini: “Da parte nostra – spiega il presidente dell’Ordine degli architetti, Raffaello Frasca – ci muoveremo subito recuperando le notizie che ci sono sfuggite, magari presi dagli impegni di lavoro. Dalla frenesia. Certo, l’attività investigativa non è di nostra competenza, ma possiamo muoverci dal punto di vista disciplinare. Come per altro abbiamo fatto e stiamo facendo”.


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