I due pizzini di Don Vito - Live Sicilia

I due pizzini di Don Vito

Disposta perizia dalla procura
di
2 min di lettura

Agli atti del processo d’appello al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri il pg ha depositato anche due documenti manoscritti da Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo. Il materiale, che proverebbe, secondo l’accusa, gli investimenti di Ciancimino in Canada e nella realizzazione di Milano 2 è stato fornito alla dda, che poi l’ha girato alla procura generale, da Massimo Ciancimino, figlio del politico.

Sui due fogli la Procura ha disposto una perizia che dovrà fare luce sulla reale provenienza da Ciancimino senior e, attraverso l’analisi della carta, sulla data in cui vennero scritti. In uno dei documenti si legge: “Scaletta cronologica dei fatti. M.Dell’Utri-Alamia- Calvi-Buscemi-Dell’Utri-Canada-Ior-Vaselli.5 MLD-Milano 2 Costruzioni“. Nell’altro, invece, l’ex sindaco avrebbe scritto: “Berlusconi-Ciancimino-Marcello Dell’Utri-Milano Truffa e bancarotta- Ciancimino Alamia- Dell’Utri Alberto“. I dettagli dei presunti investimenti dell’ex sindaco nel complesso Milano 2 Ciancimino li ha riferiti, oltre che ai pm di Palermo, a quelli di Roma che indagano sulla morte del banchiere Roberto Calvi.

Ciancimino racconta di avere trovato il primo dei due documenti in una busta custodita in un magazzino e ai pm cerca di spiegare il senso degli appunti specificando che Dell’Utri e l’imprenditore Francesco Paolo Alamia avevano rapporti attraverso la società Inim Immobiliare in cui – spiega – “mio padre aveva investito soldi frutto di tangenti”. Dell’Utri avrebbe avuto interessi nella Inim di cui il fratello Alberto era amministratore. La società, a dire del teste, si occupò di investimenti immobiliari nella zona di Milano. A un certo punto, infatti, alla fine degli anni ’70, l’ex sindaco, anche a causa delle indagini della commissione Antimafia, aveva deciso di spostare i suoi affari tra il capoluogo lombardo e il Canada.

Sempre spiegando il manoscritto Ciancimino racconta che suo padre conobbe il banchiere Roberto Calvi attraverso il costruttore mafioso Salvatore Buscemi. “Mio padre – spiega Ciancimino – si era servito di Calvi per prendere dei soldi che provenivano da quello che era il gruppo appartenente a Marcello dell’Utri”. Insomma, continua, “Calvi sarebbe stato il recettore di somme che provenivano distintamente da Buscemi, Ciancimino e Dell’Utri”. Il testimone, poi, spiega sommariamente i riferimenti del bigliettino a due personaggi: “Pozza e Bono coinvolti in investimenti a Montreal fatti da mio padre con l’imprenditore milanese Mambretti”. Tutta la parte del documento in cui il teste spiega le annotazioni “ior – vaselli- milano” è omissata.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI