Lettera al sindaco: "E ai palermitani niente scuse?" - Live Sicilia

Lettera al sindaco: “E ai palermitani niente scuse?”

Emergenza rifiuti
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Caro sindaco,
abbiamo letto, con un pizzico di stupore, della sua iniziativa: una lettera ai turisti per scusarsi, a nome di tutti i palermitani, dello spettacolo indegno che hanno trovato in questi giorni per le vie della città che le tocca amministrare.
Abbiamo riletto una seconda volta, per essere certi di non avere frainteso. I sensi, infatti, sono ancora scossi da una passeggiata mattutina dalle parti di Corso Calatafimi, invaso da un olezzo nauseabondo che stenderebbe un suino da due quintali. La seconda lettura, però, confermava quanto avevamo inteso di primo acchito.
Ci consenta, gentile sindaco, di restare interdetti per almeno due aspetti della sua missiva, che lei avrà scritto animato, ne siamo certi, delle migliori intenzioni.
Primo: come mai ha sentito la necessità di porgere le scuse ai turisti e non anche ai palermitani? Sacrosanto cospargersi il capo di cenere nei confronti di qualche sfortunato che ha persino pagato per venire a inalare il tanfo di questi giorni. Ma un pensierino per quei disgraziati che questa città la devono vivere e che da giorni non appena escono da casa sono investiti da effluvi e miasmi, per quei malcapitati che hanno visto Palermo tramutata in una gigantesca Bellolampo, ecco, forse ci sarebbe stato bene. Non siamo turisti, signor sindaco, ma il feto (e scusi il francesismo) non piace nemmeno a noi.
Secondo: a che titolo, di grazia, ha pensato di doversi scusare “a nome di tutti i palermitani” per questo spettacolo? Ci permetta, signor sindaco, di invitarla sommessamente, per il futuro, a non scusarsi in nostro nome per qualcosa della quale noi e qualche altro migliaio di palermitani non abbiamo responsabilità. Non sono stati “tutti i palermitani” a ridurre l’Amia sul lastrico, a gonfiare i suoi organici portandola ad avere un numero di dipendenti da fare invidia alla Microsoft (sappiamo che l’arruolamento allegro di precari in massa è qualcosa che risale ai tempi del suo predecessore, ma gli anni passano e bisogna farsene una ragione), a organizzare viaggi e viaggetti al caldo del Medio Oriente, a nominare, confermare e difendere a spada tratta dei vertici inefficienti, la cui gestione ha portato a questo stato di cose e alla paura dei lavoratori che hanno messo in atto lo sciopero bianco che ha inondato di munnizza una città.
Non sono stati “tutti i palermitani”, signor sindaco. Sono stati “alcuni” palermitani. E dovrebbero essere loro e solo loro a scusarsi con tutti gli altri. Turisti compresi, si intende.


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