Si pente l'avvocato dei Lo Piccolo - Live Sicilia

Si pente l’avvocato dei Lo Piccolo

Scelti per voi
di
2 min di lettura

(di Salvo Palazzolo-La Repubblica)

Era finito in carcere a settembre con un accusa pesante, associazione mafiosa: da qualche settimana, l’avvocato dei boss Lo Piccolo, Marcello Trapani, 39 anni, è diventato un collaboratore di giustizia. Ha deciso di svelare ai magistrati della Procura di Palermo i segreti dei padrini di Tommaso Natale, diventati i mafiosi più influenti di Cosa nostra siciliana dopo l’arresto di Bernardo Provenzano, avvenuto nell’aprile 2006. Per conto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo Trapani curava il reinvestimento dei soldi sporchi provenienti dal racket delle estorsioni: 8 milioni di euro sarebbero finiti a Chioggia, in Veneto, per la realizzazione di un complesso residenziale. Questa mattina, è scattato il primo arresto, eseguito dai finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria: in manette è finito Pietro Mansueto, 48 anni, ritenuto uno dei prestanome dei Lo Piccolo. Ufficialmente, era solo un dipendente di Mc Donald’s, ma avrebbe gestito diverse proprietà immobiliari per conto dei boss.

Le dichiarazioni di Trapani restano ancora top secret, l’arresto di Mansueto sarebbe solo il primo passo di una maxi inchiesta sul tesoro di Cosa nostra, che il legale palermitano aveva iniziato a gestire dopo l’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo (novembre 2007), per evitare ai padrini la scure dei sequestri. A coordinare l’indagine è un pool di magistrati, costituito da Francesco Del Bene, Gaetano Paci, Annamaria Picozzi e Marcello Viola, nonché dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia. Sono tanti i segreti di cui sarebbe depositario l’ormai ex legale: era stato ripreso da una telecamera nascosta dai finanzieri nel suo studio mentre incontrava uno dei figli di Lo Piccolo ancora in libertà, Calogero. In un’occasione fu intercettato addirittura mentre cedeva un giubbotto antiproiettili. Ma era soprattutto uno l’argomento di discussione, gli investimenti dei padrini.

Quando si arrivava ai temi più delicati, l’avvocato e il rampollo del boss smettevano di parlare e si scambiavano dei pizzini. Quei biglietti finivano poi nel cestino. Ma i finanzieri sono andati a recuperarli nel cassonetto di fronte allo studio di Trapani, dopo che la signora delle pulizie aveva finito il suo turno.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI